Quali sono gli effetti dell’impoverimento del linguaggio sulla mente umana?

26 Apr 2023 | Comunicazione efficace, Intelligenza culturale

Ormai è ufficiale: diversi studi dimostrano che il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta progressivamente diminuendo, paradossalmente nei paesi più sviluppati. Il motivo principale? L’impoverimento del linguaggio.

Significa che il nostro vocabolario è sempre più limitato e la nostra capacità di esprimerci si sta indebolendo e questo ha effetto sulla nostra capacità mentale.

Lo sapevi che a fronte di circa 50.000 vocaboli del lessico italiano comune, adoperati da chi ha un’istruzione medio-alta, quello di base si riduce a 6.500 lemmi, ma che la maggior parte delle persone, soprattutto dei giovani, ne usa circa 1.500?

Quali sono le cause?

Le cause sono tante, ma sul banco degli imputati siede principalmente l’uso dei social media. Preferiamo le immagini, i caroselli, i meme e i video brevi. Siamo affamati di stimoli visivi e li bruciamo in pochi attimi. La nostra soglia di attenzione è sempre più esigua e facciamo fatica a mantenere alta la concentrazione.

Inoltre non leggiamo più. E quando leggiamo un testo, deve essere breve, ben formattato, con molti paragrafi e termini in grassetto in modo che possiamo divorarlo in pochi secondi e carpirne in qualche modo il senso. Confesso quindi di essere anch’io un complice, proprio per come scrivo i miei articoli.

Molti non sono più in grado di usare alcuni tempi e modi verbali come il congiuntivo, alcune forme del futuro, l’imperfetto e il participio passato. Questo rende difficile la proiezione nel tempo e limita il pensiero al presente.

E che dire della punteggiatura, delle sfumature lessicali, dei sinonimi e dei contrari, delle metafore e delle similitudini?

Non mi riferisco alla nostra capacità di parlare o scrivere perfettamente, senza fare errori. Tutti noi commettiamo strafalcioni o sbagliamo un congiuntivo, di tanto in tanto. E non alludo nemmeno all’uso di un linguaggio aulico o troppo sofisticato. Il mio è un invito ad arricchire il nostro eloquio e i nostri testi con sfumature linguistiche, usare sinonimi invece di ripetere le stesse parole o espressioni, utilizzare tutti i modi e i tempi verbali che la nostra bella grammatica ci mette a disposizione, quando serve.

E quali sono le conseguenze?

Ora qualcuno potrà replicare: “E quindi? Non vedo il problema!”

Vuoi sapere quali sono le conseguenze per la nostra capacità di comunicare e di pensare? Cominciamo:

  1. Un lessico povero e una capacità limitata nel coniugare i verbi compromettono le nostre possibilità di esprimere le nostre emozioni e di elaborare un pensiero complesso e articolato. Per la cronaca, le capacità di astrazione e di linguaggio sono quelle che ci hanno permesso di evolvere da homo habilis a homo sapiens.
  2. Una ristretta capacità espressiva riduce le nostre possibilità di far valere i nostri diritti, di comprendere un testo o un contratto o di relazionarci con persone di diverso livello sociale o culturale.
  3. Non usare il condizionale implica la difficoltà a elaborare un pensiero ipotetico o deduttivo. Così come resta complicato immaginare o pianificare il futuro se non si riesce a usare proprio le diverse forme del futuro.
  4. Una ridotta abilità di esprimersi aumenta la tendenza dell’individuo a uniformarsi all’opinione di maggioranza, quella che oggi è chiamata “pensiero unico” o “mainstream”. Scompaiono così il dibattito e il pensiero critico, oltre alla capacità di argomentare le proprie idee. Un ulteriore effetto è che molti di coloro che hanno un pensiero differente, e quindi di minoranza, tendono a non esprimere la propria opinione, diventando socialmente “passivi”.
  5. Oltre alla passività, un vocabolario e una capacità di esprimersi limitati possono accrescere l’atteggiamento opposto: l’aggressività verbale o fisica. Significa che se non ho argomenti o non so come esporli, invece di arrendermi posso ricorrere alla violenza o alla denigrazione verbale. Siamo stati tutti testimoni negli ultimi 3 anni di duelli verbali tutt’altro che edificanti…

Gli effetti sul business

Quali possono essere gli effetti nel mondo del business?

Effetti per i Venditori

Un venditore con uno scarso vocabolario, al di là di quello tecnico, come potrebbe guidare il cliente nell’esplorazione di diversi scenari ipotetici e di esigenze complesse? Come potrebbe argomentare le proprie soluzioni senza un linguaggio persuasivo? Quali chance potrebbe avere nella gestione di obiezioni particolarmente difficili? E come potrebbe negoziare efficacemente o mediare situazioni complesse non potendo ricorrere alla capacità dialettica?

Effetti per i Manager

Un manager capace ma con una limitata abilità espressiva, come potrebbe motivare il proprio team o innescare un cambiamento importante senza ricorrere a un linguaggio immaginifico e ispiratore? Con quale efficacia potrebbe restituire un feedback che convinca a correggere comportamenti non funzionali? Come potrebbe sviluppare adeguatamente le competenze dei propri collaboratori attraverso il coaching e il mentoring, ricorrendo a un linguaggio ripetitivo ed essenziale?

Che cosa possiamo fare?

Possiamo invertire questo trend preoccupante?

Leggiamo e scriviamo di più, non solo i messaggini. Impariamo una parola nuova ogni giorno. E se ci imbattiamo in una parola sconosciuta, cerchiamone il significato invece di proseguire l’ascolto o la lettura. Google è utile e rapido in tal senso.

Non aboliamo i generi, i tempi e le sfumature del linguaggio. Non ricorriamo in maniera scriteriata ai programmi di Intelligenza Artificiale che troviamo in rete per scrivere un articolo o un tema, con un semplice copia e incolla.

Non semplifichiamo l’ortografia e la sintassi sacrificandole sull’altare della rapidità e dell’immediatezza.

E soprattutto, sensibilizziamo i nostri figli. Combattiamo l’impoverimento del pensiero e della mente umana.

 

Riccardo Bompiedi

Riccardo Bompiedi

Formatore per manager e venditori del b2b

Mi chiamo Riccardo Bompiedi e dal 1996 lavoro nella formazione di venditori e manager di aziende del b2b industriale, medicale e dei servizi. Sono esperto nello sviluppo delle competenze “hard” e “soft”: non solo corsi di Negoziazione, di Value Selling o di Motivazione e Leadership, ma anche di Piani di Vendita, di Mappatura del Portafoglio Clienti o di Redditività delle Vendite.

I miei clienti apprezzano l’attenzione che metto nel personalizzare gli interventi formativi sulla situazione interna ed il mercato di riferimento, e la mia capacità di coinvolgere i partecipanti ai miei corsi in modo estremamente interattivo e  con una sana punta di ironia.

Dal 2019 sono certificato nell’Assessment DISC®.

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