La gestione dei conflitti sul lavoro: uno strumento per il successo
Parlando di musica classica un’orchestra sinfonica può arrivare a contare fino a 100 elementi. Ognuno di questi, anche quello che dovrà suonare solo una manciata di note, avrà un ruolo determinante: tutti dovranno concorre al medesimo obiettivo, ovvero la perfetta esecuzione della sinfonia. A dettare i tempi ci sarà ovviamente un direttore d’orchestra che svolgerà il ruolo di leader, allo stesso modo di un manager all’interno dell’azienda.
Nonostante dall’esterno il ruolo di direttore o di manager possa sembrare con tanti benefit e pochi deficit, la realtà ci offre un quadro totalmente diverso. Aldilà del lavoro di gestione dell’azienda e di tutte le operazioni orientate alla sua crescita, un manager dovrà prestare particolare attenzione ad un aspetto decisamente rilevante: la gestione dei conflitti sul lavoro.
Gelosia, egocentrismo, competizione personale: sono vere e proprie insidie che si annidano in un team di lavoro. Un leader che si possa definir tale ha il compito ed il dovere di risolvere i conflitti aziendali nel minor tempo possibile. Infatti, se trascurati, si possono trasformare in una vera e propria bomba ad orologeria che avrà pesanti ricadute sull’andamento dell’azienda stessa.
Qual è il primo passo nella gestione del conflitto?
Sfatiamo innanzitutto un falso mito: i conflitti sul lavoro non si verificano solo quando le cose vanno male per l’azienda. Anzi, questo particolare periodo storico ci sta dimostrando come stia avvenendo esattamente il contrario!
Dopo il “blackout economico” causato dalla pandemia, le attività commerciali hanno iniziato la fase di ripresa. Peccato che sul più bello, il conflitto russo ucraino abbia determinato un’ulteriore impennata del costo delle materie prime. Tutto ciò ha decisamente creato una situazione paradossale: le imprese si trovano davanti a diverse richieste che non riescono totalmente ad evadere per la mancanza di risorse.
Tutto ciò spesso si traduce in un maggior carico di lavoro sui dipendenti con una conseguente crescita esponenziale dei livelli di stress. Non a caso, tra l’aprile e il giugno del 2021 si è registrato un numero tanto sbalorditivo quanto preoccupante: ben 500mila dimissioni volontarie in appena due mesi: stiamo parlando di quel fenomeno che in USA viene chiamato “The Great Resignation” o “The Big Quit”. In un contesto del genere per un manager è quindi fondamentale attuare un’efficace gestione dei conflitti sul lavoro.
Gestione del conflitto: costruttivo o distruttivo?
Il termine conflitto non va esclusivamente osservato con un’accezione negativa. Infatti, può essere anche inteso come “confronto”. La differenza e soprattutto gli effetti tra dinamiche conflittuali dipendono sostanzialmente dalla modalità: il conflitto può essere costruttivo o distruttivo. Qual è la differenza?
Nel caso del conflitto costruttivo il confronto si sviluppa sui contenuti. Le critiche non sono mai mosse al proprio interlocutore, ma piuttosto alla teoria esposta. Quando la comunicazione è costruttiva oltre ad evidenziare le possibili criticità, si tendono anche a sottolineare i punti in comune tra le diverse prospettive. Questo terreno di condivisione è il punto di partenza per una proficua risoluzione dei conflitti in azienda.
Al contrario quando il conflitto assume toni distruttivi, la comunicazione passa dal livello contenutistico a quello personale. Il confronto si trasforma in un attacco diretto alla persona dove si perde completamente l’orizzonte di un obiettivo comune per imporre la propria visione senza ma e senza sé. Possiamo affermare che in una situazione del genere l’egocentrismo assume il ruolo di attore protagonista.
Davanti ad uno scenario simile è essenziale applicare la migliore strategia di gestione dei conflitti sul lavoro per evitare che certi dissapori ricreino un ambiente poco armonioso e carico di tensione. A risentirne in primis sarà proprio il business della tua azienda: il team perderà di vista il proprio focus lavorativo e quel senso di coesione importantissimo per perseguire un obiettivo comune. Allora, come affrontare nel migliore dei modi una pericolosa situazione di conflitto aziendale?
Le migliori tecniche di gestione dei conflitti
Osserviamo insieme alcune delle più efficaci tecniche per la gestione dei conflitti sul lavoro. L’elemento di cui non potrai proprio fare a meno è la comprensione. Capiamo il perché.
1. Impara ad ascoltare
Come già accennato qualche riga più su, la cosa peggiore da fare davanti ad un conflitto nel tuo team di lavoro è ignorarlo. I malumori e dissapori si accumulano nel tempo fino a creare una frattura insanabile. È necessario quindi agire prima di arrivare al punto di non ritorno.
Impara ad ascoltare: presta la tua attenzione ai dipendenti coinvolti nel conflitto e cerca di comprendere le loro ragioni. Lasciali spiegare le proprie motivazioni senza mai assumere un atteggiamento giudicante. Solo così facendo riuscirai ad avere una visione chiara della situazione e soprattutto potrai promuovere una risoluzione dei conflitti aziendali pensata su un compromesso che sia vantaggioso per tutte le parti coinvolte.
2. La gestione dei conflitti sul lavoro passa dall’imparzialità
Il mondo della vendita ci insegna l’importanza della mediazione. Davanti ad un nuovo cliente un buon commerciale sarà in grado di trovare una soluzione che sia vantaggiosa per entrambi gli attori protagonisti dello scambio. La stessa dinamica si verifica per quanto riguarda la gestione dei conflitti sul lavoro.
Per riuscire in tale intento dovrai però assumere un atteggiamento di imparzialità: non dovrai mai criticare apertamente le posizioni di coloro coinvolti nel conflitto. Questo potrebbe accrescere la gelosia tra colleghi e l’astio nei confronti del capo, quindi tutti elementi che non giovano alla risoluzione dei conflitti aziendali.
Prova a metterti piuttosto nei loro panni per capire i motivi che hanno portato alla deflagrazione del conflitto. Come già accennato, la comprensione è una caratteristica di cui non potrai fare assolutamente a meno.
3. Sii un leader con la “L” maiuscola
Per la gestione dei conflitti sul lavoro dovrai mettere in campo le tue migliori qualità di leader. Quindi, come comportarsi?
Erroneamente si pensa che la risolutezza e il pugno di ferro possano essere gli strumenti per sedare velocemente un conflitto tra colleghi. Il risultato che si otterrà sarà invece diametralmente opposto: sopprimere un conflitto significa lasciarlo in qualche modo latente ed avere la certezza che prima o poi ricomparirà con maggiore intensità.
Il termine “rimandare” non fa parte di una mentalità imprenditoriale vincente, così come non è d’aiuto alla risoluzione di un conflitto in azienda. Davanti ad una situazione critica non importi in maniera brutale, ma indossa il vestito del leader gentile. Promuovi la cultura del rispetto e del valore delle idee altrui. Sottolinea l’importanza di avere un gruppo coeso per raggiungere gli obiettivi aziendali e quanto sia fondamentale il contributo di ogni membro del team, proprio come in un’orchestra sinfonica.
4. Trova un compromesso
Trovare un compromesso è sicuramente la parte più difficile nella gestione dei conflitti di lavoro. Dovrai dare il massimo per risolvere le situazioni più intricate, anche quelle che non riguarderanno direttamente la tua relazione con il team. Banalmente, la competizione personale e l’antipatia tra membri del gruppo sarà un problema a cui dovrai porre direttamente rimedio per evitare che gli strascichi di certi dissapori ricadano sull’intera squadra.
Per spegnere le relazioni distruttive è di vitale importanza fare luce su un terreno comune: individua i possibili punti d’incontro tra personalità diverse esaltando le loro qualità e stimolandoli a migliorare laddove sono carenti. Mettiti al loro stesso livello, nonostante tu ricopra una posizione di responsabilità. Mostra il tuo lato umano, senza paura di far intravedere i tuoi limiti: creerai empatia, che non è altro che uno dei principali motori per creare coesione e condivisione. A questo punto tu e il tuo team sarete in grado di viaggiare sulla stessa barca remando all’unisono.
Perché scegliere Overtalent Consulting?
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Riccardo Bompiedi
Formatore per manager e venditori del b2b
Mi chiamo Riccardo Bompiedi e dal 1996 lavoro nella formazione di venditori e manager di aziende del b2b industriale, medicale e dei servizi. Sono esperto nello sviluppo delle competenze “hard” e “soft”: non solo corsi di Negoziazione, di Value Selling o di Motivazione e Leadership, ma anche di Piani di Vendita, di Mappatura del Portafoglio Clienti o di Redditività delle Vendite.
I miei clienti apprezzano l’attenzione che metto nel personalizzare gli interventi formativi sulla situazione interna ed il mercato di riferimento, e la mia capacità di coinvolgere i partecipanti ai miei corsi in modo estremamente interattivo e con una sana punta di ironia.
Dal 2019 sono certificato nell’Assessment DISC®.